Dipingere la città

Per il direttore del Museo PAMM, Miami è una città vivace e pullulante di infinite possibilità
Franklin Sirmans è diventato direttore del Pérez Art Museum Miami nell'ottobre 2015. Foto per gentile concessione di Angel Valentin. Sopra, foto per gentile concessione di Robin Hill.
Franklin Sirmans
Direttore, Pérez Art Museum Miami

Per quanto possa ricordare, Franklin Sirmans afferma di essere sempre stato circondato dall'arte nella sua vita. “A mio padre interessava l'arte in quanto collezionista”, afferma il direttore del museo. Suo padre, medico, collezionava infatti opere di artisti afroamericani. Inoltre, essendo cresciuto ad Harlem, Sirmans ebbe facile accesso ai musei di New York. Ricorda di aver visitato, da bambino, il Museo di storia naturale e il Metropolitan Museum of Art.

“Non credo di aver mai veramente apprezzato l'arte fintanto che non ho scoperto che era molto più di qualcosa che veniva appeso ai muri o che stava lì fermo, senza muoversi”.

Sirmans in piedi contro il muro con la scritta A Wall Built To Face The Land & Face The Water At The Level Of The Sea di Lawrence Weiner. Foto per gentile concessione di Angel Valentin.
Doppia identità
La storia di due città

Era la metà degli anni '80 a New York, quando Sirmans ancora adolescente, iniziò ad accorgersi che l'arte effettivamente provocava qualcosa. “Ero attento a ciò che stava accadendo in termini di graffiti e di artisti come Jean-Michel Basquiat”, afferma.

Nell'ottobre 2015, Sirmans è arrivato a Miami in qualità di direttore del PAMM dal Los Angeles County Museum of Art, dove era stato capo dipartimento e curatore di arte contemporanea dal 2010. “Miami è un po' come Los Angeles”, dice. “Sono entrambe città recenti, mentre New York, Boston e Chicago sono luoghi che possiedono una storia più antica. Qui, come a Los Angeles, non siamo prigionieri della tradizione e della storia allo stesso modo”.

Originariamente Centro per le Belle Arti, successivamente Miami Art Museum, il PAMM, la nuova struttura all'avanguardia progettata dagli architetti svizzeri Herzog & de Meuron, ha aperto al pubblico nel 2013. Foto per gentile concessione di Angel Valentin.
Incontro con la Città magica
Gli inizi con l'Art Basel

Miami non era esattamente un nuovo territorio per Sirmans, il quale da 15 anni si recava in città ogni anno per frequentare l'Art Basel Miami Beach; e nel 2009, “NeoHooDoo: Art For A Forgotten Faith”, una mostra curata mentre lavorava alla The Menil Collection di Houston, arrivò all'allora Miami Art Museum, oggi PAMM.

Il nuovo edificio, inaugurato nel 2013, affacciato sulla Baia di Biscayne era originariamente il Centro per le Belle Arti, successivamente il Miami Art Museum. È stato ribattezzato Pérez Art Museum Miami (o PAMM) dopo che l'immobiliarista cubano-americano, Jorge Pérez, ha donato 40 milioni di dollari al museo, metà in contanti e metà in opere d'arte della sua collezione personale di opere latinoamericane.

Franklin Sirmans gira spesso per le gallerie per interagire con chi è in visita per la prima volta. Foto per gentile concessione di Angel Valentin.
Interpretazione moderna
Alla scoperta di tutte le dimensioni

Per Sirmans, l'edificio contemporaneo “circondato da vetro e situato sull'acqua” offre uno spazio più accogliente. “Abbiamo l'opportunità di aprire le porte ai bambini, che per la prima volta potranno entrare in contatto con un museo di questo tipo. Niente a che vedere con l'architettura greco-romana”.

Il direttore del museo non è il tipo da rinchiudersi in ufficio, perciò sarà frequente vedere il geniale Sirmans passeggiare tra le gallerie e interagire con i visitatori. “Si spera sempre di scatenare un qualcosa dentro di loro”. Ed è rappresentativo di come egli creda che un'esperienza al museo debba essere. “L'arte dovrebbe essere parte della vita, dovremmo riuscire a fermarci per un momento durante la routine quotidiana ed assorbirne una dose”.

Consigliamo

Paesaggio tutto da scoprire

Franklin Sirmans ha vissuto e lavorato in grandi città quali Milano, Houston e Los Angeles ma, a suo dire, Miami è un luogo diverso da tutti gli altri. “È unica a modo suo”. La città gli trasmette energia ed egli si diletta a scoprirne le molteplici sfumature.

Dove l'erba è più verde

Fuori dal sistema

Sebbene Miami non brulichi di spazi verdi, Franklin Sirmans è solito scovare parchi urbani alberati che mitigano la presenza delle torri residenziali, svettanti nello skyline. “Miami può sembrare un ammasso di edifici, piena zeppa di costruzioni, ma questi parchi ci restituiscono un senso di fiducia”, afferma Sirmans. A pochi passi dal PAMM si estende il Bayfront Park (301 N. Biscayne Blvd.; 305 358 7550), che separa il centro dalla Baia di Biscayne. Sede di un ampio anfiteatro e di un padiglione all'aperto, è anche il luogo perfetto per ospitare festival musicali i cui temi spaziano dal caraibico alla tecno. Il parco è, inoltre, il campo base della Scuola di trapezio volante, dove i più audaci possono imparare a volare a mezz'aria. Uno spazio vuoto e degradato si è tramutato in qualcosa di meraviglioso quando l'Omni Park (1234 N. Miami Ave.;305 484 8948) è sorto sotto una superstrada. Il sobborgo pullula di attività che si svolgono presso questo parco di quasi 3 ettari, attrezzato con rampe per skateboard, palco per la musica e lezioni gratuite di yoga ogni sabato alle 10:00 del mattino. Non perdetevi l'Art Parcel situato più a est, con opere d'arte pubblica dell'artista locale Michael Loveland commissionate dal PAMM. Nel parco fronte mare di circa 3 ettari e mezzo, Margaret Pace Park (1745 Bayshore Dr.; 305 350 7938), con i suoi ampi scorci sulla Baia di Biscayne, fate un giro in auto e fermatevi a guardare uno dei tre elaborati troni, risultato di un progetto di arte pubblica realizzato da studenti del posto, che evoca l'influenza del popolo ebreo, spagnolo e afroamericano nel sud della Florida.

Qualcuno gioca a tennis?

I migliori campi da tennis a Miami

Sirmans, e altri ferventi giocatori di tennis, hanno più di qualche preferenza in città. Il Tennis Center at Crandon Park (7300 Crandon Blvd., Key Biscayne; 305 365 2300;) è uno di queste. Ci sono buone possibilità che vi ritroviate a giocare nello stesso campo in cui in precedenza si sono allenati Serena Williams o Roger Federer: Crandon Park ospita la 12 giorni del Miami Open dal 1987.

Sirmans afferma che, all'interno del Morningside Park (750 N.E. 55th Ter.; 305 795 1834), non è raro trovare la faccia simpatica di Tim Barrow, professionista del tennis, sempre pronto a correggere qualche aspetto della vostra giocata, a prescindere dall'età o dal livello. “Amo questo posto immerso all'interno di un quartiere residenziale per quella sensazione intima che trasmette”, dice.

Alla ricerca della propria musa

Immagini e arte su di giri

Quando vuole sapere cosa c'è di nuovo tra gli artisti di Miami, Sirmans va verso nord, al Museum of Contemporary Art (MOCA) (770 N.E. 125 St.; 305 893 6211). Caratterizzato da opere e installazioni in grande scala, alcune delle quali di proprietà condivisa con il Tate Museum di Londra, è proprio qui che si possono ammirare le opere più recenti e sperimentali, che costituiscono gran parte della sua collezione permanente di 700 pezzi. Il MOCA è famoso anche per i suoi vivaci concerti jazz, con entrata gratuita ogni ultimo venerdì sera del mese. Un altro bel club di jazz è il Floyd Miami (34 N.E. 11th St.; 305 363 2120), dove l'atmosfera è rilassata, i cocktail tra i più classici e la musica dal vivo di prim'ordine. Per tornare indietro nel tempo, avventuratevi nel Florida Moving Image Archives (300 N.E. 2nd Ave., Suite #8406; 305 237 7731) di Lynn e Louis Wolfson II, dove 35 mila ore di riprese video e 7 milioni di metri di pellicola documentano la storia della Florida. Alcuni dei filmati custoditi risalgono al 1910. Si tratta di uno dei pochi archivi di questo tipo aperti al pubblico negli Stati Uniti.

Foto per gentile concessione di Adinayev.

Sport

Tifare per le squadre di casa

A pochi passi dal museo d'arte sorge l'American Airlines Arena (601 Biscayne Blvd.; 786 777 1000), quartier generale dei Miami Heat, squadra facente parte della NBA (National Basketball Association). “Quando i giocatori stanno giocando e l'arena è in fermento, non ce n'è per nessuno”, racconta Sirmans. In bassa stagione, o quando la squadra è fuori in tour, la “Triple A”, come la chiamano gli abitanti del posto, ospita concerti di artisti del calibro di Paul McCartney e Coldplay. Il campionato di baseball richiama numerosi fan verso la sede dell'ex Orange Bowl, il Marlins Park (501 Marlins Way; 305 480 1300), costruito nel 2012. “Ogni tanto mi piace assistere alle lente partite di baseball con parenti e amici”, dice Sirmans. Aria condizionata e tetto retrattile permettono agli spettatori di guardare la partita, senza che l'umidità di Miami o gli acquazzoni improvvisi interferiscano. Grazie al programma Art in Public Places della Contea di Miami-Dade, attivo dal 1973, opere contemporanee di artisti affermati sono distribuite in tutto lo stadio. Tra le opere di altri nove artisti, non perdetevi Figures Mountains Sky Star & Bird di Joan Miró, installata all'ingresso e Baseball Manager di Roy Lichtenstein nella sezione 19 del Promenade Level. Nella East Plaza, la particolare installazione Orange Bowl Tribute di Daniel Arsham, raffigurante le lettere dell'Orange Bowl che cadono a terra con naturalezza, è di notevole impatto.

Mangiare fuori

Deliziare il palato con i sapori dal mondo

A Miami la ristorazione la fa decisamente da padrona, dai locali alla moda gestiti dagli chef più famosi ai posticini più nascosti, specializzati in ricette tramandate da generazioni. Gli abitanti del posto credettero di aver perso il miglior ristorante giamaicano di Miami quando il Clive's Cafe (5890 N.W. 2nd Ave.; 305 757 6512) fu costretto a trasferirsi fuori da Wynwood, ma da allora il ristorante ha trovato una nuova sede a Little Haiti. Tra le specialità della casa ricordiamo il jerky di pollo o maiale con riso e fagioli, il saporito curry di capra e lo stufato di coda di bue. Nel quartiere di Brickell, centro del business, il Toscana Divino (900 S. Miami Ave.; 305 371 2767) porta in tavola i sapori tradizionali italiani. La pasta è fatta a mano e la cantina presenta oltre 2.000 bottiglie, di cui molte etichette toscane. Per un'avventura gastronomica, prenotate un tavolo all'Alter di Brad Kilgore (223 N.W. 23rd St.; 305 573 5996) . Nel 2016, Kilgore è stato decretato il Miglior nuovo chef da Food & Wine, appena un anno dopo l'apertura del suo ristorante di tendenza a Wynwood. I menu degustazione di cinque e sette portate prevedono alcuni tra i migliori piatti dello chef, quali la costata di agnello e il rombo speziato all'indiana.